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Startup Innovative: Opportunità o Utopia?

Startup Innovative: Opportunità o Utopia?
Abbiamo intervistato Nicola Mei, co-fondatore di Hi!Founders, la prima community inclusiva dell’ecosistema Startup italiano.

Uno dei motivi per cui abbiamo deciso di fondare TribYou e, successivamente, di sviluppare il nostro prodotto (TAG) è stato proprio quello di supportare ed affiancare le Startup italiane nelle prime fasi della loro crescita. TAG è infatti uno strumento ideale per le Startup che necessitano di una piattaforma All-In-One in grado di accompagnarle nel proprio percorso, di aiutarle a curare agevolmente ed in maniera economicamente sostenibile le relazioni con i propri clienti e di gestire tutte le altre attività aziendali, senza essere costrette ad avvalersi di più tecnologie e licenze.

Per addentrarci ancora di più nell’intricato ecosistema delle Startup innovative italiane, abbiamo pensato di porre qualche domanda a Nicola Mei, co-fondatore di Hi!Founders (insieme a Daniele Mogavero) , nonché co-organizzatore dell’Italian Startup Network, “un evento aperto a tutti per riunire tutto l’ecosistema Startup italiano in un momento informale di network.”

Cos’è una Startup Innovativa?

“E’ meglio aiutare più realtà agli inizi della propria vita che rischiare di tagliarne fuori alcune, che dovrebbero, invece, correttamente ricevere quegli aiuti.”

Ciao Nicola, cominciamo con un po’ di numeri. Secondo il “Report con dati strutturali Startup innovative – 4° trimestre 2021”, pubblicato dal  Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/2012 è pari a (14.077), in aumento di 45 unità (+0,3%) rispetto al trimestre precedente Possibile esistano oltre 14.000 startup innovative in Italia? A tuo avviso, quali dovrebbero essere i criteri per stabilire se un progetto imprenditoriale possa essere davvero considerato tale?

Partiamo con il sottolineare la bontà della crescita di questo numero in Italia negli ultimi anni. Nonostante il numero sia molto basso a livello assoluto (paragonato a ecosistemi più maturi), la crescita è sostenuta e costante, per cui si vedono segnali che fanno ben sperare.

Detto questo, il numero è effettivamente frutto di normative che permettono a molte tipologie di attività di rientrare all’interno di questo registro speciale. Il problema è anche dovuto alla difficile definizione tecnica di Startup: un problema strutturale, assolutamente di non facile soluzione. Però è anche vero che, in fin dei conti, forse non è neanche il maggior problema su cui mi soffermerei: sono numeri, servono per farsi delle idee sulla situazione ma, prendendoli con le dovute precauzioni e tenendo conto di queste particolarità, non creano significative difficoltà.

Chiaramente, tenendo conto dell’accezione che spesso viene data al termine di Startup innovativa (che non solo deve presentare una significativa innovazione, ma che in quanto “modello Startup”, si presuppone sia caratterizzata da una fortissima potenzialità di scalabilità del modello) il numero di queste realtà in Italia è sicuramente molto minore. Mi viene difficile fare una stima, ma ipotizzerei di essere nell’ordine di grandezza del migliaio.

Infine, per rispondere a quali penso siano i criteri adeguati per stabilire quali realtà possano avere l’effige di Startup innovativa, mi preme sempre premettere che la mia esperienza è ad oggi ancora limitata e non sono una figura corretta per poter esprimere queste opinioni con significativa certezza. Diciamo semplicemente che non me lo posso permettere, né ne ho alcuna intenzione. Mi godo il periodo di grande apprendimento in cui ancora vivo. Ma penso che comunque sia anche dovere dire la propria, per cui provo a dare la mia risposta.

In realtà ritengo che, a livello normativo, l’impostazione Italiana sia abbastanza adeguata. Il problema è andare a definire, poi, nel pratico, cosa possa essere considerato innovativo e cosa no, ma è davvero difficile mettere a terra e con precisione una definizione e un limite che divida chi lo è da chi non lo è. Si potrebbe pensare di guardare la crescita e lasciarlo solo a chi ha una crescita X che è ritenuta adeguata, ma si rischia di tagliare fuori chi in realtà sarebbe bene ci fosse.

La mia semplicissima conclusione è che, in realtà, vada bene così. Sicuramente, ce ne saranno molte che non ci dovrebbero rientrare, ma meglio aiutare più realtà agli inizi della propria vita che rischiare di tagliarne fuori alcune, che dovrebbero, invece, correttamente ricevere quegli aiuti.

Le Startup sono solo un prodotto finanziario?

Le Startup sono sicuramente un metodo innovativo per affrontare il mercato!

Preparati Nicola perché sulla prossima domanda ho parecchie aspettative. Da mesi, non riesco a trovare una risposta che mi soddisfi completamente. In base alle tue specifiche esperienze sul campo, le Startup devono essere considerate solo un prodotto finanziario oppure possono rappresentare anche un metodo innovativo per affrontare il mercato?

Questa domanda, in parte, sfocia in un mondo che ancora poco ho vissuto, quello degli investimenti. Ad oggi, non mi sono mai seduto dalla parte del tavolo degli investitori, quindi non riuscirei a dare una risposta esaustiva sul perché vederle semplicemente come un prodotto finanziario. Comunque, sono fermamente convinto che le Startup abbiano assolutamente un valore concreto nel loro mercato di riferimento e che non siano un mero prodotto finanziario.

Le Startup apportano del valore aggiunto nel loro settore, sia quelle che hanno un grande successo, ma anche quelle che non riescono per le tante difficoltà che devono affrontare durante i loro primi anni di vita. Anche le Startup che falliscono in realtà hanno dato un piccolo/medio/grande apporto, perché hanno approfondito qualche specificità del loro mercato. Potrebbero aver comunque trovato un piccolo miglioramento che poi verrà messo a frutto da qualcun altro, oppure aver formato un individuo che grazie a quella esperienza è diventato esperto del settore e sfrutterà quella conoscenza per una futura opportunità, o tanto altro.

E, indubbiamente, molte Startup di successo apportano delle grandi migliorie, non penso di dover fare degli esempi perché se ne vedono tantissimi, anche nella quotidianità.

Insomma, la tematica è difficile, perché sicuramente le Startup sono ANCHE uno strumento finanziario, forse, in certi casi, è particolarmente vero, ma per questo tema rimando la domanda a qualcuno più esperto di me a riguardo.

Ma la risposta alla domanda base per me non ha dubbi: sicuramente sono un metodo innovativo per affrontare il mercato!

Sono più importanti le idee o le competenze?

…quello che penso manchi, è una grande possibilità di aggregazione, permettere agli individui e alle menti che intraprendono questi percorsi di conoscersi.

Dal mio punto di vista, in Italia si dà troppo peso alle idee e, troppo poco, ai mezzi per concretizzarle. Sono le tipiche cose fatte “all’italiana”, caratterizzate da prospettive interessanti e da una visione il più delle volte coerente ma spesso mancano di qualcosa per affermarsi compiutamente. Esagero? Nell’attuale ecosistema delle Startup italiane, ritieni vi sia maggiore carenza di idee o di competenze?

Ritengo che in Italia non ci sia una mancanza di idee. Siamo un popolo di artisti e menti brillanti, e credo si rispecchi anche nella capacità di problem solving iniziale, ovvero ideare soluzioni ingegnose e interessanti per risolvere i problemi che incontriamo nella vita di tutti i giorni.

Penso che anche le competenze, in realtà, non manchino, anche se in media ritengo siano più basse rispetto ad altri Paesi. Ma è frutto di un ecosistema Startup acerbo, ancora agli inizi, e di conseguenza di una ignoranza (inteso in senso di non conoscenza) sulle tematiche imprenditoriali.

C’è bisogno di più possibilità di apprendimento, come una formazione di livello e con esperti di ogni settore, tenendo conto che ogni individuo che voglia intraprendere un percorso imprenditoriale si troverà a dover fronteggiare tantissimi problemi, per cui ci sarà la necessità di moltissime conoscenze, molte delle quali non saranno inizialmente in suo possesso. In quest’ottica, diventa fondamentale un percorso che permetta all’aspirante imprenditore di migliorarsi su tutte le tematiche principali: non dovrà essere l’esperto di ogni settore, ma dovrà essere in grado di confrontarsi con gli esperti dei vari campi!

Servono anche più possibilità di essere affiancati da individui davvero esperti e capaci di guidarci al raggiungimento dello scopo, di insegnarci le impostazioni adeguate in tantissimi differenti campi.

Ma ancora di più, quello che penso manchi, è una grande possibilità di aggregazione, permettere agli individui e alle menti che intraprendono questi percorsi di conoscersi. Sono tanti, ma ancora non c’è un network consolidato.

Ed è per questo che sono passato dal fare network personale, perché mi piaceva, a farlo diventare un progetto più grande e con un ritorno concreto nel Paese: prima con l’organizzazione dell’Italian Startup Network (insieme a Daniele Mogavero), un evento che crea un momento informale di network nel mondo startup, che dopo 3 edizioni è diventato da quasi un gioco a un’occasione di incontro per centinaia di persone; poi con la nascita di Hi!Founders, il nuovo Social Network dell’ecosistema Startup italiano, nato per fornire un canale unico, semplice e continuo e rimanere sempre in contatto, avere occasioni per conoscerci, scambiarsi opinioni e punti di vista, e creare sinergie e collaborazioni, sia tra startup che con altri player che orbitano intorno all’ecosistema startup (come investitori, incubatori, acceleratori, coworking, consulenti professionisti).

I Social Media sono ancora il principale mezzo per mettere in comunicazione le persone?

Hi!Founders è una Community senza alcuna barriera all’ingresso, che permette di unire sotto un unico cappello l’intero ecosistema Startup italiano.

Da una recente indagine, è emerso che l’uso dei Social Network è in costante crescita. Ritieni che i Social Media rappresentino ancora il principale mezzo per mettere in comunicazione le persone? Perché avete pensato fosse arrivato il momento di creare Hi!Founders? Quali sono i vostri obiettivi a medio e lungo termine?

Hi!Founders nasce in seguito a tanti feedback in occasione della seconda edizione dell’Italian Startup Network, che più o meno recitavano così: “Evento bellissimo, ma da domani dove ci sentiamo? Dove trovo le persone che ho conosciuto qui?”. Era difficile dare la risposta, perché in realtà avevano ragione! Da lì, abbiamo capito che il tempo era maturo, che mancava (e doveva nascere) una Community inclusiva dell’ecosistema Startup italiano. Una Community senza alcuna barriera all’ingresso (per cui anche gratuita) che permettesse di unire sotto un unico cappello l’intero ecosistema.

Perché un Social? Perché penso che i Social abbiano ancora un ruolo fondamentale, anzi ancora in crescita, e i numeri sono chiari. Permettono una organizzazione maggiore e una customizzazione della Community di riferimento che li rende molto utili. Soprattutto in ottica delle varie implementazioni che abbiamo in mente per il futuro.

Ma non bastava LinkedIn?” Qualcuno si potrebbe chiedere. Beh, LinkedIn è uno strumento potentissimo e che io personalmente adoro (e utilizzo giornalmente). Ma LinkedIn ha moltissime differenti tipologie di utente, la maggior parte delle quali non rientra nell’ecosistema su cui Hi!Founders si concentra. Per una persona agli inizi riuscire a crearsi il network in questo mondo partendo da LinkedIn non è facile. Teniamo conto che, solo in Italia, nel 2021 c’erano 14 milioni di utenti su LinkedIn (è più del 20% della popolazione totale. Considerando che, fino alla maggiore età, non si iscrive praticamente nessuno, oltre al fatto che le persone anziane hanno già superato la loro vita lavorativa, si comprende come la stragrande maggioranza delle persone in età lavorativa siano presenti su questo social), per cui è davvero ottimo, ma finché non ti crei un personal branding e lo “targettizzi” bene, è difficile arrivare alle persone giuste.

Hi!Founders rimedia anche a questo problema: qui dentro troverai solo chi in qualche modo orbita intorno all’ecosistema Startup!

“Obiettivi per il prossimo futuro?” Intanto abbiamo compiuto i primi piccoli passi, arrivando in 4 mesi dal lancio ad unire sotto un unico cappello più di 650 persone. Ora stiamo lavorando ad aumentare l’engagement della Community e il coinvolgimento di quanti più utenti possibili, creando varie modalità di interazione e occasioni di valore per i vari utenti della Community.

Il futuro prevede tanti lanci di servizi opzionali che affiancheranno la Community di Hi!Founders, tra cui il principale che sarà al ritorno dall’estate. Sarà un nuovo strumento per formarsi adeguatamente sulle tematiche del fare impresa, una istruzione che in Italia ancora spesso è mancante, ma con il network creato grazie a Hi!Founders stiamo riunendo esperti di vari settori che, con spirito di give-back, vogliono ridare una parte di ciò che hanno appreso in anni e anni di esperienza.

“E sul futuro lontano cosa vediamo?” In primis, diventare il player di riferimento per l’ecosistema imprenditoriale innovativo italiano, un cappello che riunisca tutto il panorama. Dopodiché l’espansione negli altri Paesi ci permetterà di arrivare ad un network internazionale, alla creazione di sinergie tra ecosistemi di diversi Paesi. È quella la vittoria finale!

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